il progetto

A Milano ci sono attualmente 122 pietre di inciampo, altre 24 verranno poste all’inizio del 2022. Tutte uguali perché hanno un formato e un carattere, tutte diverse, perché richiamano altrettante vite e anche ruoli diversi nel progetto di nuovo ordine europeo creato dai nazisti.

Ogni pietra rimanda a una storia; storie profondamente diverse per vicende biografiche, caratteristiche, peculiarità e notizie e documenti che è possibile reperire.

Lavorare sui tanti luoghi in cui sono collocate vuol dire imparare a raccontare una nuova geografia della città. I deportati hanno vissuto e abitato la città in modi diversi e da qui è importante partire.

Una città che dal 1938 per gli ebrei era diventata sempre più inospitale. L’espulsione dalla scuola, e dal lavoro, la fine di una rete di contatti e di amicizie, per molti il disperato e fallimentare tentativo di fuga in Svizzera. Una città in cui si torna da prigionieri per salire su un treno diretto ad Auschwitz.  Percorsi che raccontano una vita quotidiana ordinaria che viene improvvisamente distrutta per il solo fatto di essere ebrei.

Diversa la Milano che ripercorre le vicende dei deportati per motivi politici, una città che si cercava di modificare, di cambiare, di informare per far sì che l’insoddisfazione sempre più diffusa verso il regime diventasse aperta rivolta. Vite che a volte si sono incrociate, altre forse sfiorate o forse intrecciate e che sono tutte accomunate dal tragico destino della morte in deportazione.

Con il finanziamento chiesto al  Comune di Milano per il bando “Milano è memoria” si sono proposte una serie di azioni il cui scopo comune è far capire ai ragazzi e più in generale alla cittadinanza che strade e piazze quotidianamente frequentate sono state teatro, meno di un secolo fa, di vicende che ci aiutano a capire il passato, ad interpretare il presente e a dare un nuovo volto ai luoghi per tanti aspetti noti e conosciuti; far dunque capire che una targa, una pietra di inciampo, una lapide, possono aprire squarci sconosciuti sulla propria città e sul passato.

Due dei tre filoni di azione proposti si sono svolti direttamente a scuola. Il terzo viceversa si è realizzato esclusivamente da remoto attraverso la collaborazione fra IED Milano (con i corsi di Media Design e Graphic Design dell’area di Arti Visive)e gli alunni ed ex alunni dell’Istituto Quintino di Vona che hanno aderito al progetto. E’ stata creata una mappa interattiva con integrazione di contenuti audiovisivi e destinati ai social. Lo sviluppo tramite tecnologie web ne garantisce la fruibilità da qualunque device.

Si sono realizzati alcuni itinerari virtuali collegati da fili rossi ideali che raccontassero percorsi di vita che hanno coinvolto diverse persone fra quelle cui sono dedicate le pietre: 1) Gli scioperi nelle fabbriche; 2) La città degli ebrei; 3) Omaggio a Liliana Segre; 4) Resistenze a Milano.

Di alcuni uomini e donne si sa ben poco, le scarne notizie che sono sulle pietre stesse; di altri viceversa c’è una ricca quantità di documenti ed immagini. Per ogni pietra si cerca dunque di dare il maggior numero di informazioni possibile attraverso materiale di vario tipo: fotografie, scansione di documenti, brani audio e brevi video. Modalità diverse e complementari di raccontare le singole storie di vita che insieme concorrono a creare una coralità significativa della Milano in guerra.

Ne esce un affresco corale che con le sue sfaccettature e la sua varietà contribuisce a ricostruire la poliedricità di voci e di situazioni che hanno caratterizzato la storia di Milano dal 1938 al 1945.

La mappa adesso è patrimonio comune di chi l’ha voluta e creata ed è possibile aggiornarla continuamente con tutte le pietre e le informazioni che via via si aggiungeranno.

realizzazione del progetto

Ideazione e coordinamento, ricerche storiche e reperimento dei contenuti, Preside Istituto Quintino di Vona : Alessandra Minerbi

Studenti liceo: Micol Collotti, Kimey Marin, Elena Ruvolo, Ranim Seliman, Michele Sgalippa

Studenti IED Milano Media Design: Chiara Battaglia e Alessia Amendolea

Studente IED Milano Graphic Design: Filippo Maria Limido

Docente IED coordinatore del progetto: Franco Belluschi